Poesia Estorsioni di Salvatore Armando Santoro



ESTORSIONI

Oh tu, occhi ridenti,
che di felicità hai esploso il canto
ridente m’hai abbracciato un giorno,
quando sedesti sul sedile e accanto,
di fallaci parole tentatrice
hai invaso la mia mente e dopo il cuore,
tutto hai tritato con la falciatrice.

Forse eri già una meretrice,
invano ti giurai
che mai l’amor comprai.
Forse lo stavo contrattando allora,
non capivo le frasi tue abbozzate
che parlavano d’altro:
Forse pensavi che foss’io uno scaltro
che raccogliessi affetti a basso costo
senza pagar lo scotto
al riparo d’una piazzola
al Lido San Giovanni un po’ discosto.

Oggi ti penso e leggo i tuoi messaggi,
nella vita distrutto,
anche cambiato in fondo nell’affetto.
Più non avverto nulla,
solo sconforto secco nel mio petto,
lo so, e tu lo sai, ho colto il frutto
d’un amore acerbo che pronto ricambiai
convinto di tornare ai passi antichi,
a ricalcar le ortiche che lasciai
nell’età mia novella
quando la mente vuota di pensieri
turbata era soltanto dagli affetti
ch’oggi non sono veri
che forse come ieri
erano pochi e stretti.

E leggo quel messaggio
farcito di violenza,
di velati ricatti, di estorsioni.
La mente ad altro pensa
alle facili e nuove ritorsioni,
mentre il veleno assaggio.

(Boccheggiano 28.11.2012 — 23,50)

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