Poesia Venere Gotica di Fausto Marchi



VENERE GOTICA

Poi, tra i piedi, contro il nero confine
Delle unghie smaltate, l’ingenuo inganno
Dardeggia di un loto, vago ristoro
Nel freddo amplesso di gemme perdute.

Cos&[[[]][#][]]283; si offende, nel vergine seno,
Anche il segno tatuato di un contorto
Serpente d’ebano, quasi rovente

Marchio tra efelidi ambrato veleno
Di un vortice insonne nel drappo smorto
Di aspri bagliori del giorno morente.

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