Com’è infernale quel luogo
di cui in vita si riveste,
un proseguito malcontento;
com’è paradiasiaco il cielo
del cui sgomento si sveste,
un immane vivere, immenso.
E’ a guardia o condannato?
Un cherubino splendente,
che di spada venne armato.
Da un ardore che è potente!
Di quell’inferno tratto al cielo,
in forma d’un tonante desiderio
v’è quella terra, ma così vi dista:
restando, da quell’eterea vista.
Immerso da un immane e, ridondante, tonante destino.
Con ardore in spada ad un tremendo desiderio: potente.
Fermo e restando che sia in paradisiaca veste
o magari un nudo essere, dall’etereo sguardo.
L’inferno di quel luogo veste un denso vaglio,
un immenso cielo che poi è della terra: rivestito.
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