Poesia Marisa Ascione di Rolando Attanasio



MARISA ASCIONE

Le tue sorelle, tua madre e tuo padre . il paese di montagna . sembrava tutto perfetto e giusto e forse lo era .

E poi . le lucciole e le sere d’estate, il sorriso e i giochi acerbi
la donna celata nella bambina che eri .

Amica mia chi l’avrebbe mai detto che saresti morta così giovane . in un ospedale partorendo .

Se i tuoi giochi si fossero prolungati e non fosse arrivato l’autunno della tua età e subito l’inverno poi a strapparti la vita, la cosa più preziosa che possediamo veramente.
allora saresti ancora viva e non solo nel ricordo di noi
ma anche negli sguardi e in tutti gli abbracci che non potremmo avere da te !

Questo è atroce e ingiusto
oppure questo semplicemente è in alcuni il disegno della propria vita . molto breve come un lampo

Se fossimo rimasti in quel giardino spensierato a giocare a nascondino sotto l’ombra delle viti . fermi là nel tempo senza fretta .

Allora saresti ancora con noi a sorridere come usavi fare .
non posso dimenticarti amica piccina che da quell’infanzia proietti ancora raggi sul nostro presente duro, adulto . che sembra anche normale .

e proprio per questo ancora più grigio ora!
ancora più atroce, duro . ingiusto
ancora .