LA FESTA DI QUALCOSA
Veniva tra le mani con spine selvagge
e i capelli rossi sconfinavano in efelidi andanti,
come a piacer del sole.
Mise una spezia nel mio pane caldo
mentre la festa cresceva al di là del muro
e gli asini aspettavano sotto gli alberi.
E’ cosi strano essere innamorati
e rotolarsi nell’erba,
che in bellezza segna
la via del gioco,
tanto da far ridere i bambini
che strillano chiamando per nome i fiori
aiutati dalla luna.
Si alzò e mi portò a ballare
tra le fioche luci del naviglio
con le mani strette alla mia vita
che non vedendo altro
cadde su una gobba di sale,
e lasciai che ridesse
come si ride per sazietà di vino e calore,
fino a che la pelle fu un letto d’amore senza tempo.
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