Inesorabile
ti succede e
legge il tuo numero di maglia;
niente ti compete
ed a nessuno più appartieni;
chi t’ha creato era sventato,
lasci intendere a un dio
che incede lungo la scarpata.
Desti la terra,
ali di gelsomino
assume l’aria
quando severa t’investe la sera;
ma tu incurante
non ascolti le tenebre
né ti scompone il freddo
senza voce
che sgretola le ossa
dall’elegante carro
che scruti sussultando
quale insetto
parco di memorie
a eriger altari di pietra
ove inesorabile affonda.
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