Sei bare sfilano
al centro di colonne di marmo gelido
ricoperte da fredde bandiere
bagnate dalla pioggia.
I preti vestiti di bianco
puzzano d’incenso vecchio
e il capo di Stato stringe le vedove tristi.
Quei corpi bruciati, nel legno,
sono morti e basta
come un click su un interruttore umido
e un lampo.
Ora strofa di fanfara non potrete udire,
altri figli senza padre e senza amore,
una lacrima scende sul viso del tenente.
I politici in fila chinano il capo,
quel capo tirato da gallo da combattimento
ora è chino e silente.
Pesanti le loro spalle
sotto infiniti errori,
non sarà mica il petrolio a inorridire il mondo
con fiumi di sangue giovane ancora?
Sei uomini sono morti.
Carbonizzati.
Anche loro pensavano
a teste tese come bandiera?
Non c’è pace, non c’è silenzio,
in un terremoto di tamburi.
Basta.Basta.Basta
Pace. Pace.Pace
Dopo tanto orrore
La storia tace
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